Recensioni
SIAMO GENTE CHE TORNA
Una pubblicazione dedicata ai 50 anni di Messa di don Peppino Barbesta
Vicende di un prete di campagna cresciuto al fianco dei lavoratori
Quando dedicano un libro a un prete, badano bene di ritrarlo in copertina con i paramenti pontificali addosso, intento a sollevare l’ostia consacrata, oppure mentre si trova assorto, seduto un angolo, con il breviario sulle ginocchia.
Lui no.
L’hanno ripreso nel modo che gli è più congeniale.
Con il vecchio basco consunto appoggiato sulla testa, lo spolverino blu dal bavero rialzato, e il caratteristico sorriso che gli incornicia il volto.
Il libro porta il titolo di una delle sue celebri frasi, che sono un canto di battaglia e una parola d’ordine («Siamo gente che torna...») e nel sottotitolo è spiegato chi ha voluto la pubblicazione e perchè: “I Lavoratori Credenti a don Peppino Barbesta in occasione del 50° anniversario di ordinazione sacerdotale”.
Bellissimi i brani estrapolati dagli scritti del sacerdote, dove emerge il Barbesta-pensiero: tante piccole chicche da gustare.
VIVERE DI CASCINA
Questo volume, si propone di rendere testimonianza di alcuni momenti della storia vera vissuta dal mondo contadino lodigiano tra il Po, l’Adda, il Lambro e la Muzza, in quella realtà di vita che è la cascina lodigiana.
L’obiettivo del libro è ricomporre un mosaico di vita contadina, affinchè non si disperda ciò che essa è stata ed ha rappresentato.
Qualche anno fa Don Carlo Bellò, lo studioso che forse più di tutti ha capito la realtà del mondo contadino, scriveva: “la cascina non è un luogo, è un modo di vivere; il salariato non è un elemento sociologico, è una persona clamante; le cose che fanno parte del quadrilatero del cascinale non sono strumenti di lavoro, ma componenti uno stato di famiglia e così pure ciò che avviene; i traslochi, la vita comunitaria, la religiosità, la politica, esprimono stati d’animo e momenti di un mondo che ha stentato ad entrare in comunione con altri settori della vita sociale.
La cascina, il salariato, il padrone, sono dei crocevia che annunziano il fluire, entro il paese solitario del Po, di orme evangeliche contratte o spente o vive; società che attende l’ora del Vangelo, uomini come Cristo umiliati e deformi, luogo di passioni umane contenute e disperse, condizione di rinnovamento verso terre nuove sotto cieli rinnovati”.
In queste parole, in queste sofferenze, in questo vivere, in questo risorgere si svolgerà il nostro colloquio con chi accetta di leggerci e di comprenderci.
GENTE DA VIVERE
Seguito naturale a “Vivere di cascina”.
Testimonianze di vita e lavoro nelle campagne lodigiane.
In quelle pagine, le voci di alcuni lavoratori agricoli, molto anziani, raccontavano quell’universo minore fatto di uomini e di cose che erano le cascine lodigiane in cui avevano vissuto e lavorato una vita intera.
Tutto il libro era costruito sulla cascina, su quelle vite e su quelle memorie.
Gente da vivere significa che, volendo, qualsiasi vita merita di essere vissuta.
Purché non sia stata una vita sprecata. Qualsiasi storia merita di essere raccontata, ma qualcuna in particolare: la storia di chi non ha fatto niente per entrare nei libri di storia, né calcando con piede pesante le strade tumultuose della sventura, ne sfiorando lieve le vie della santità.
Non proponiamo storie di santi, da cui trarre lume sui nostri sentieri.
Quelle meritano ben altre pagine. Ne avventure di malvagi, utili anche quelle, se ci segnalano per tempo le vie che non conducono da nessuna parte.
A noi ed ai nostri lettori bastano ed avanzano le storie di chi non ha conosciuto eccessi, di chi santo per ora non è e non sarà (ma non si sa mai).
Si tratta solo di gente qualsiasi.
Di Gente da Vivere.
IL SEGNO DELLA SOLIDARIETA’
Nel 1976 un gruppo di lavoratori cattolici di un’impresa del lodigiano coinvolgeva Don Peppino Barbesta in un’assemblea di fabbrica.
Di lì a pochi mesi prendeva corpo, del tutto informalmente, il gruppo lavoratori Credenti che ora a molti anni di distanza, ci propone in questo volume il bilancio, la storia della propria attività.
Questo libro è la testimonianza di ormai moltissimi anni di azioni di solidarietà.
Ricordare oggi tutti questi anni, significa ricordare nel contempo tante persone in Italia in Europa nel mondo; con loro ricordare il mondo del lavoro che ancor oggi tanti drammi e disagi deve affrontare.
Quella formula molte volte astratta che è la “solidarietà”, restituita al suo significato di vincolo di fratellanza, diventa segno, traccia che si rende visibile.
MAESTRO DI LIBERTA’
Renzo Cattaneo sindacalista della FISBA CISL
Le pagine di questo libro sono dedicate a Renzo Cattaneo e rivolte ai tantissimi amici suoi.
A chi l’ha conosciuto, a chi deve a lui riconoscenza, ma ancor più sono dedicate a chi non l' ha mai conosciuto.
La prima parte del volume raccoglie tre brevi saggi: il primo di taglio biografico, i due successivi approfondiscono due ambiti del suo impegno: quello del mondo cattolico lodigiano e quello di autore di libri.
Nella seconda parte sono raccolti alcuni tra i numerosissimi scritti de Renzo pubblicati sulle pagine di "Vita nei campi", nella terza parte sono raccolte le testimonianze autorevoli di chi ha voluto ricordare Cattaneo sulle pagine dei giornali lodigiani o partecipando ad una commemorazione a pochi mesi dalla sua scomparsa.